Un libro che riprende in considerazione una delle figure più caratteristiche dell’arte toscana del secondo Novecento: quel Beppe Serafini da Montelupo che, come succede spesso, dopo essere stato deriso e sbeffeggiato, si prende le sue rivincite a suon di copertine e grandi mostre.

Maurizio Vanni in questo lavoro cerca l’artista Serafini attraverso l’uomo, indaga il pittore per mezzo di tutti coloro che hanno avuto la possibilità di conoscerlo e frequentarlo. Ne scaturisce un personaggio coerente, eclettico, sensibile, generoso, ma anche profondamente a disagio. “In lui c’è l’amara consapevolezza che l’uomo – scrive Maurizio Vanni – è spesso obbligato, suo malgrado, a vivere nella totale convenzione come ombra tra le ombre, vedendosi annullate sia la propria identità, sia quella degli altri”. Vanni cerca anche di far capire come sia piuttosto semplice e superficiale definire l’opera di Serafini di matrice espressionista o Naif, e propone, partendo dalla grande cultura visiva di Beppe, un’ipotesi di lettura esistenzialista comparando i suoi dipinti ad alcuni scritti di Sartre e Camus.

Il volume contiene la prefazione di Antonio Paolucci e scritti di Alessandro Coppellotti, Marco Fagioli, Caterina Leoni, Mario Luzi, Alda Merini e Chiara Turini.