“Se ogni sogno è immerso in un’atmosfera ideale, un’ispirazione si può trasformare più facilmente in una composizione se asseconda regole appannaggio di una dimensione non del tutto reale”. Inizia così il saggio di Maurizio Vanni su un autore che fa dell’uso limitato di soggetti – contestualizzati in quinte a-reali – il suo punto di forza, il suo privilegiato mezzo espressivo. I suoi oggetti tendono ad assumere un’essenza ideale tale da far pensare a una realtà sfuocata, ma forse ideale, capace di farci scoprire la natura profonda delle cose. Una metafisica del quotidiano che l’autore indaga attraverso le favole e i miti del soggetto preferito da Missagia: la mela. Da quella peccaminosa regalata da Eva, a quelle di Biancaneve, di Sophie Marceau e di Battisti