Nella forma che diventa corpo, dipanandosi nello spazio e nel tempo, si radica l’opera di Guido Pinzani, il cui lavoro, che trae innegabilmente origine dalle esperienze scultorie sviluppatesi all’indomani della fine del Secondo conflitto mondiale, sempre coerente a se stesso e immutato nel tempo, solleva oggi, forsanche più di ieri, interrogativi nevralgici su cosa sia la scultura nell’età contemporanea.
In questa antologica sono soprattutto le opere di grande formato ad essere protagoniste, molte delle quali inedite, mai esposte o pubblicate prima, esemplari unici come sempre nella sua ricca produzione, opere che chiariscono e confermano l’immutabilità del suo percorso. Un percorso che, maturato nel flusso dei favolosi anni Sessanta, e dopo avere assorbito, e soggettivato la lezione informale, non si è mai allontanato da visioni attente ai temi della forma, dell’oggetto e dalla ricerca di un puntuale profilo estetico.
“L’opera di Guido Pinzani – spiega Maria Letizia Paiato – risponde in maniera autonoma e autorevole a una delle più tormentate domande dei secoli XX e XXI: che cos’è la scultura moderna? Una domanda che rimbalza nell’attualità con una risposta che apre forse al quesito più corretto da porsi: non tanto che cos’è la scultura? Piuttosto chi è lo scultore oggi? Nella sua personale riorganizzazione della storia dell’arte, che guarda al primitivo, al mito, alla cultura orientale e occidentale, Guido Pinzani con le sue sculture definisce, oltre al concetto di forma nel tempo stesso della forma, anche e soprattutto chi è l’uomo, chi è l’artista e chi lo scultore”.