Paul Jenkins (1923-2012) s’innamorò dell’Italia, innestando sul suo tronco di giovane americano l’eredità enorme, in ogni senso, della pittura antica. Amava Pompei e Goya, Vermeer e Bellini, Rembrandt e Velazquez.

Coltissimo e studioso, sciamano e scienziato insieme, Jenkins appare come uno dei maggiori protagonisti dell’arte del Novecento. La sua meditazione sulla pittura appare come una lunga storia di colori che si affiancano e si dispongono, perfettamente, come in un unico prisma. L’espressionismo astratto che dominava in quegli anni viene assorbito dalla sua ricerca continua sulla natura del colore, fenomeni e movimenti, così come il suo interesse per il teatro.

Nei dipinti di Jenkins, i colori riprendono nomi e forme, assumendo un potere che sembrava non poter esistere in principio. Le opere su tela e carta in questo catalogo sono il frutto di un lavoro profondo e preciso, che attraverso lo scorrere degli anni rende onore a un Maestro che, tra Europa e Stati Uniti, unisce questi due mondi, regalando una misura unica, riconoscibile e inimitabile: la forza stessa della pittura.