Disegnava, dipingeva e scriveva, Biasion, passando con facilità dall’essenzialità narrativa del bianco e nero al trasporto descrittivo del colore. Praticava la scrittura e le arti visive con un afflato di reciprocità che appartiene a pochi e, quando lo si possiede, è un dono che spesso viene tenuto quasi segreto, per lasciare scorrere separati i destini.
Da un lato la scrittura, che, quando trova i giusti sbocchi editoriali, raggiunge con più facilità un ampio pubblico, regalando notorietà; dall’altro l’arte, che si muove sempre in un contesto più ristretto, tra lo studio e le mostre, tra interno e esterno, in una dimensione più intima e custodita. Così la sua è stata soprattutto una pittura di scenari, di possibili orizzonti, di eventi forse già o forse non ancora accaduti, in una continua dialettica tra interno ed esterno, spazi chiusi e luoghi aperti, che è la sua cifra stilistica più riconoscibile.