Arcangelo è un artista radicale. Lo è in senso letterale e testuale, perché tutta la sua ricerca è fondata sul radicamento e sul senso di appartenenza, e sulla condivisione di un’eredità culturale, quella sannita, che egli ha saputo estendere e trasformare, fino a comprendere i retaggi di altri luoghi e altri popoli. L’affezione al luogo d’origine ha poi saputo evolversi e trasformarsi in qualcosa di più potente e universale, generando una pittura a vocazione “globale”, popolata di suggestioni provenienti dall’Africa e dal vicino Oriente, dal Mediterraneo, dalla lontana Cina e da molte altre realtà. Una selezione di circa sessanta opere su carta, dal primo ciclo Terra mia del 1983 fino ad arrivare a quello dell’estate del 2012, intitolato Ex-Voto, attraversando così quasi trent’anni di lavoro dell’artista. Terra mia è la chiave per comprendere l’afflato fisico e sanguigno della pittura di Arcangelo, tesa a scandagliare la natura non attraverso la luce chiarificante della ragione, ma tramite un’adesione sensuale, e spirituale, all’oggetto della rappresentazione.