La pittura di Domenico D’Oora si offre senza limiti, in un territorio che non è certo quello della narrazione. Nella mostra fiorentina, intitolata Colore pensiero concreto, sono due le tipologie di opere, quelle di diversi materiali, in cui talvolta è inserito anche il plexiglass, e quelle su tela grezza, preparata sia nella parte anteriore che posteriore.

Coinvolgente è il ponderato incontro tra un’arte senza tempo, la pittura, che è nella storia dell’uomo, e i materiali tecnici che richiamano al tempo in cui viviamo. La storia dell’arte, che mai per l’artista è citazione, è stata studiata e metabolizzata nel corso degli anni, sin dai tempi del liceo artistico e dell’Accademia.

In particolare, per i lavori recenti, D’Oora supera la bidimensionalità per giungere alla tridimensionalità, alla totalità dell’opera, in primis nella sua fisicità, con l’utilizzo di nuove cromie materiche. In tutto questo la sua è e rimane pittura che parla di sé, di colore, di luce, di spazio. In ogni opera molti sono i passaggi di colore per riuscire a trovare una sospensione, un equilibrio. Nulla è prevedibile e ogni opera, anche se realizzata nella stessa tonalità di colore, è diversa dall’altra.