Le opere di Eliseo Mattiacci sono sempre state caratterizzate dalla volontà di azzeramento e riformulazione dei codici interpretativi di queste stesse. Quindi, affrontare oggi un excursus sul suo lavoro equivale da una parte a rispettare la dimensione epifanica del guardare le sue forme “ri-collocate nel mondo”, dall’altra a inquadrare queste nell’evoluzione personale dell’artista alla ricerca, da sempre, di un ordine e di un significato che vada al di là della loro interpretazione a livello storico.

 

Questa è la piattaforma che, fin dall’inizio, ha abitato Mattiacci per contribuire inconsapevolmente al rinnovamento del concetto di monumento, senza limitarsi a destrutturarlo o combatterlo, a differenza di quanto è stato fatto dagli altri artisti nel corso di tutto il Novecento. Infatti, già con le sue prime opere stimola nello spettatore l’esigenza di ricercare un nuovo ruolo dell’opera d’arte pubblica, che non si adegui a quello celebrativo della scultura monumentale.