Antologica di Giuseppe Maraniello con opere comprese tra la fine degli anni Settanta e i giorni nostri. L’artista esordisce in un’epoca di sperimentazione nell’uso di fotografia e video, ma decide presto di ricercare nuovi orizzonti, dedicandosi al recupero della pittura e ai linguaggi tradizionali dell’arte. L’influsso delle esperienze poveristiche e concettuali degli anni Sessanta diventa per lui il punto di partenza per affermare una maggiore libertà espressiva.

Attento e sensibile protagonista dell’arte contemporanea, Maraniello volge la sua vis creativa al recupero di miti e forme ancestrali, reinterpretati e tradotti nel linguaggio plastico della contemporaneità. Sin dagli inizi negli anni Settanta il suo itinerario artistico, in bilico tra pittura e scultura, si confronta dunque con la classicità, una sfida che lo induce a valutare la possibilità di una dimensione temporale e a intraprendere scelte formali ben precise.

Il fascino delle sue opere deriva dal loro essere pitture e sculture al tempo stesso e dal combinare, in una magica coincidenza, imprendibili coppie dialettiche come arcaico e moderno, maschile e femminile, colore e forma, superficie e volume, pieni e vuoti.