“Per capire in modo corretto le opere di Jorge Perugorría dovremmo aprirci, attraverso un approccio polisensoriale, a una sorta di rito iniziatico di purificazione dai nostri prevedibili pregiudizi”. Maurizio Vanni sembra quasi volerci mettere in guardia di fronte alle opere del pittore cubano, sembra invitarci a non accontentarci di ciò che vediamo in superficie e di provare a spingerci oltre. L’autore ci propone la storia del labirinto, metafora della società del terzo millennio, del Minotauro e del filo di Arianna.

La storia del labirinto dal mito classico al Romanticismo si propone come l’evoluzione del pensiero dell’uomo e della sua coscienza. L’artista, all’interno del proprio labirinto, non dipinge il mondo, semmai lo osserva per esaltarlo o per dimenticarlo. Perugorría è conosciuto dal grande pubblico italiano anche come attore; infatti ha avuto ruoli da protagonista in film come “Fragola e cioccolato”, “Bambola” e “Vajont”.