Keith Haring (1958-1990), pittore e writer statunitense, è stato uno degli esponenti più singolari del graffitismo di frontiera, emergendo dalla scena artistica newyorkese durante il boom del mercato dell’arte degli anni ’80: il cuore, gli ominidi nelle mille posizioni, incluso il classico omino con la testa di un cane, l’angioletto, il diavoletto sono alcuni dei simboli della sua pittura.
Una pittura che rappresenta l’impulso primordiale che spingeva l’uomo a riprodurre immagini sulla parete della caverna. È la rappresentazione sistematica e ripetitiva che rende le immagini icone e simboli del proprio tempo.
Questo catalogo ha come intento quello di auspicare un’indagine più ampia sul soggiorno pisano e sulla produzione estemporanea che l’artista Keith Haring realizzò in un momento tanto creativo quanto festoso, dipingendo via via sui vari supporti che la gente portava: carta, oggetti, capi di abbigliamento, etc. Riprodotte alcune delle opere che il curatore, il critico d’arte Gregorio Rossi, vide realizzare di persona. Molti disegni e dipinti sono probabilmente andati perduti. Per tutti quelli conservati a Pisa e altrove, invece, sarebbe auspicabile una catalogazione.