I lavori di Luigi Mainolfi sembrano gareggiare con la natura nell’accumulare particelle, segni, elementi di base da cui prende forma un’ampia varietà di manufatti. È un po’ come se, partendo dai materiali stessi, dalla loro intrinseca capacità di espandersi, di reagire chimicamente, l’artista li spingesse a proliferare come esseri viventi.

Mainolfi ha osservato gli squarci di luce tra le piante del bosco, le sporgenze delle rocce, le spugne dei fondi marini, i muschi delle grotte, ha ascoltato i suoni e i rumori delle pietre e dei legni, e, tra le pieghe della realtà, ha visto esseri fantastici.

La natura che l’artista crea si mostra affascinante, immensa, potente, da cui egli trae, di volta in volta, dei frammenti. Anzi, potremmo dire che Mainolfi sta lavorando a un’unica opera, un grande Gesamtkunstwerk, un’opera d’arte totale, solo che la realizza per parti.