Iniziò tutto nella seconda metà degli anni Settanta in un luogo speciale chiamato New York. Nacquero qui le radici di un fenomeno urbano che è stato codificato con il nome Street Art. Due parole che i benpensanti credevano inconciliabili, convinti che l’arte crescesse al chiuso di gallerie e musei o che all’aperto ci fosse spazio esclusivo per fusioni in bronzo e marmi giganti.

Made in New York vuole fare il punto sulla detonazione creativa, su quel breve periodo che plasmò molteplici conseguenze dentro e fuori gli Stati Uniti. Era chiaro che il fenomeno urbano si sarebbe esteso in forme non sempre gestibili, che le attitudini degli apripista avrebbero originato un sistema complesso, calibrato a misura da alcuni, mortificato da altri che non hanno rinnovato il profilo linguistico dei progetti.

Per capire il presente globale era necessario mappare quelle fondamenta con il contributo di alcuni protagonisti, in particolare Keith Haring e Paolo Buggiani, due visionari che hanno tracciato i binari portanti della Street Art. Il catalogo mette assieme opere originali, fotografie, video e sculture di varia natura, componendo un racconto fluido, parziale, mai definitivo. Un viaggio nel tempo e nello spazio, dentro un laboratorio metropolitano che ha accolto, come un megafono mediatico, il battito rumoroso di una favolosa rivoluzione culturale.