Il nesso tra gorilla, uomo comune e burocrate del diritto si riassume nella spettacolare messa in scena di Maurizio Savini, che manipola il chewing gum, ne ricava figure appariscenti da teatro di posa, e proietta stati d’animo elementari che catturano lo sguardo con la forza immediata e persuasiva dello slogan.

Savini predilige il colore rosa, che a volte può essere più vivo, più caldo, più profondo, o più scuro. Ed è evidente il perché: quel colore richiama direttamente il prodotto artificiale, la composizione chimica, gli additivi aromatici e originali del gusto Ultra Pop, nel senso che fa il verso anche alla Pop Art, come recente tradizione della cultura visiva di massa.

Egli modella figure simbolo del nostro tempo dal volto omologato in superficie, come appunti di un’educazione sentimentale che accoppia la spaesata ironia ad una fredda analisi dei paradossi e delle contraddizioni esistenti: natura-artificio, capitale-lavoro, ambiente-inquinamento, informazione-omologazione…