Il primo libro che riunisce due delle serie più famose dell’artista Piero Manzoni, ovvero gli Achromes (1957-1963) e le Linee (1959-1963), focalizzandosi unicamente sulla relazione tra questi due gruppi di opere e sulla volontà dell’artista di sviluppare forme che creino un legame intrinseco tra i materiali e l’idea d’infinito.

 

Nel dicembre 1957 Manzoni scriveva: “Lo spaziosuperficie del quadro interessa il processo autoanalitico solo in quanto spazio di libertà in cui noi andiamo alla scoperta […]. Qui l’immagine prende forma nella sua funzione vitale: essa non potrà valere per ciò che ricorda, spiega o esprime (casomai la questione è fondare) né voler essere o poter essere spiegata come allegoria di un processo fisico: essa vale solo in quanto è: essere”. Parallelamente vi è la produzione dei primi “quadri bianchi” o “incolori”, successivamente intitolati Achromes.

 

Inizialmente la realizzazione dei “quadri bianchi” si inserisce nel clima di ricerca monocromatica internazionale, ma Manzoni vuole andare oltre la semplice monocromia per aprire ulteriori nuovi percorsi. La copertina del volume è la prima fedele riproduzione di uno degli Achromes, sia per quanto riguarda la tela che il taglio: il tutto è protetto in un cofanetto di plexiglass, che mantiene candido, ma maneggevole, il libro. L’edizione è limitata a 150 copie e numerata.