La luce bianca e pallida sembra essere il carattere centrale dell’opera di Pizzi Cannella. È sempre presente, in maniera quasi invisibile, nelle sue tele e nei disegni, negli interni e nelle vedute, negli sfondi e nelle ombre, qualche volta più fredda e azzurra, altre volte calda e di un giallo leggero. Il bianco si riferisce all’ingenuità e alla franchezza, alla purezza, all’innocenza e alla virtù. Nelle scenografie di Pizzi il bianco è la condizione sine qua non.

 

Il bianco non ha un significato unico, ma è “completo e vuoto” allo stesso tempo, come direbbe Rudolf Arnheim. Evoca sabbie di un deserto senza fine ed enormi ghiacciai artici. Ha a che fare con l’inizio della vita e con la fine di una forma che scompare nel bianco mortale della sera, illuminato dalla luna.