l volume si concentra su due temi affrontati da Salvatore Cipolla in occasione di una sua grande mostra nel Complesso Museale di Santa Maria della Scala a Siena.
Maurizio Vanni ci propone tre suggestivi capitoli dove propone la lettura dell’opera di Cipolla attraverso il Mito di Giuditta, la Femme fatale di Klimt e le Giuditte di Caravaggio e Artemisia Gentileschi: “La Giuditta è per alcuni simbolo allegorico della virtù che sconfigge il male ed emblema del femminismo in fieri, per altri quello della forza e dell’integrità. Ma quella di Giuditta è anche la storia di una donna e del suo destino: esaltazione del coraggio e della femminilità che diventano arma letale contro la superiorità fisica dell’uomo. Le Giuditte di Salvatore approfondiscono il significato tragico della vita e le conseguenze del conflitto tra carnefice e perseguitato”. Nella sua postfazione Alessandro Coppellotti evidenzia come lo scultore siciliano proponga una serie di “Cavalli con cavaliere” che sono espressione di una forza interiore inusitata: un vero e proprio inno alla libertà, espressiva e di pensiero, che fa assurgere il nobile corsiero a simbolo dei simboli. Il volume si apre con una suggestiva prefazione di Antonio Paolucci.