Doppia lingua, italiano-slovacco.

Il messaggio di Vinicio Berti scandisce momenti di grande dolore, ma anche di grande speranza. Egli sa che l’uomo è permeato di sottile ironia, difficile accorgersene ogni volta che il sogno svanisce e ci riporta nella dura realtà, ma egli diceva: arriverà il giorno in cui il sorriso abbraccerà tutti con la nascita dell’Uomo Nuovo, simbolo di una realtà priva di odio, di inutili egoismi, di inutili guerre, piena di tanto amore per la gioia dell’intera umanità.

I lavori di questo grande artista, in mostra alla Galleria Civica di Bratislava e in catalogo, coprono un periodo che va dai primi anni Settanta alla seconda metà degli anni Ottanta: lavori dove esiste, con chiara intenzione, la continuità del suo pensiero di ricerca innovativa nato dopo i nefasti momenti della Seconda guerra mondiale con il Gruppo di Astrattismo Classico da lui fondato insieme agli amici Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti.

La forza e la potenza espressiva di queste opere, costruite ognuna secondo parametri di lotta e di scienza, lotta contro un sistema formato sugli antagonismi, sulla cieca ignoranza sinonimo di inciviltà e sulla scienza, invece, come segno di grande conoscenza per lo sviluppo di una società volta al bene dell’umanità, ci dimostrano con chiarezza il desiderio di dare segnali di grande impegno sociale e di fervido ottimismo.